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Introduzione
La breve lirica di Sergio Solmi (1899-1981), tratta dalla raccolta Quaderno di Mario Rossetti (1946), è un esempio di idillio novecentesco: attraverso il velo d’acqua della fontana di un giardino, i colori del paesaggio circostante si presentano insolitamente vividi, suggerendo una particolare idea di bellezza.
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Metrica
Metro: Il componimento presenta versi di lunghezza differente. La loro misura infatti è varia: per esempio, il verso iniziale (L’iridato) è un quadrisillabo, l’ultimo verso (dentro t’ebbi a non farmi più dormire) è un endecasillabo. Altri metri impiegati nel componimento sono il decasillabo, il novenario, il settenario, il quinario. Alcuni versi sono sdruccioli (ossia l’ultimo accento del verso cade sulla terz’ultima sillaba), gli altri sono piani (l’accento cade sulla penultima sillaba).
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L’iridato getto... sfrangia: il getto è quello dell’acqua di una fontana che il vento devia (obliqua), scompone (sfrangia) e rende iridescente come un arcobaleno (per questo è iridato).
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ricordo.
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gocciolante (perché impregnata d’acqua).
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nespolo del Giappone: pianta da frutto sempreverde, della famiglia delle Rosacee.
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arde...rose: chiaro qualifica propriamente le rose, ma è attribuito a deliquio. Il senso è: si staglia vivida (arde) la chiara corolla delle rose che si reclina, cioè ricade sul fusto (sembra in deliquio).
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A sommo del muro: sopra la parete (della villa).
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sono allineati.
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allegra successione.
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scende a picco... monti: i meli sul pendio ripido danno l’impressione di cadere a picco, come i fianchi delle montagne e le loro relative ombre.
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un poco cruda: che quasi ferisce, perché è troppo nitida e “sfacciata”, come i colori del giardino nell’aria stillante.
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folgorante.
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di quando ero un ragazzo.
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dentro... dormire: ti sei impadronita di me fino a rendermi insonne, a non farmi più dormire.
L’iridato getto che il vento obliqua e sfrangia, vela per un istante il paesaggio, lo appanna come una memoria. Poi di colpo s’imprimono nella stillante aria il fico, il nespolo del Giappone, arde il chiaro deliquio delle rose. A sommo del muro gli archi del loggiato, le persiane verdi e nere s’inseguono, più su la fuga ilare dei meli scende a picco, scendono monti e ombre di monti. Bellezza un poco cruda, non mia forse, e troppo mia, come una spada lampeggiante un giorno mi feristi nel sonno adolescente, dentro t’ebbi a non farmi più dormire.
Sergio Solmi,
Poesie, meditazioni e ricordi, Adelphi, Milano, 1983.


Per prima cosa, leggi il componimento per coglierne il senso generale. Poi, concentrati sulla metrica. Noterai che il metro è vario, ma si possono riscontrare quattro settenari. Trovane uno.